La sentenza n.50/14 della Corte Costituzionale, ha dichiarato illegittime le norme introdotte nel 2011 che consentivano all’inquilino di ottenere consistenti vantaggi nel caso in cui avesse “denunciato” il proprietario che pretendeva canoni di affitto “in nero”. Tra questi era riconosciuto all’inquilino il diritto di poter continuare ad occupare l’immobile pagando un canone correlato alla rendita catastale dell’immobili, e quindi bassissimo.
Si segnala che la sentenza della Corte Costituzionale ha effetto retroattivo. Di conseguenza i proprietari (in caso di sfratto per morosità) potrebbero addirittura chiedere di liberare l’abitazione, in quanto l’occupazione avviene in forza di un contratto che non esiste.
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